Da dove nasce la mia passione per la scrittura?

Nasce da un sogno.
Non uno di quelli chiusi a chiave in un cassetto, ma da un sogno vero. Di quelli che ti travolgono nel sonno e ti lasciano il cuore in subbuglio anche da sveglio.

Quella notte vissi un’esperienza così intensa, così viva, che al mio risveglio avevo una sola certezza: dovevo scriverla. Dovevo darle voce.
Perché le emozioni che mi aveva lasciato non potevano restare solo mie.
Sentii, con una chiarezza che raramente appartiene alla veglia, che un giorno le avrei condivise con il mondo.
Da lì è cominciato tutto.

Da dove nasce la mia passione per i giochi da tavolo?

Nasce da tante piccole cose, intrecciate tra loro come le caselle di un tabellone.

È nata nei pomeriggi dell’infanzia, tra i colori dei cartoni animati, l’immaginazione dei giocattoli e l’epicità dei videogiochi. Ma soprattutto, è nata grazie alla mia famiglia. Due fratelli coetanei con cui condividere ogni sfida, e una mamma casalinga, sempre pronta a mettersi in gioco con noi. Letteralmente.

In casa nostra i giochi da tavolo non erano un passatempo: erano un rituale, una magia che ci univa. Dal Gioco dell’Oca a Battaglia Navale, da Risiko agli Scacchi… erano porte su mondi diversi, ogni volta nuovi, ogni volta emozionanti.

Come avrei potuto non innamorarmi di quel meraviglioso universo fatto di dadi, pedine e avventure da vivere insieme?

Perché "Narraludi"?

Cercavo un nome che potesse racchiudere tutto ciò che amo costruire: universi che si raccontano e altri che si giocano.
Narraludi nasce così, dall’incontro tra due mondi: quello della narrazione, che dà vita a emozioni, personaggi e storie; e quello ludico, che trasforma l’immaginazione in esperienza, in scelta, in azione.

È il punto d'incontro in cui le parole diventano regole, i sogni si fanno meccaniche, e ogni racconto può trovare il suo spazio su una plancia o tra le mani.
Un nome che non è solo una fusione linguistica, ma una direzione chiara: dare forma all’invisibile, unendo cuore e strategia, fantasia e struttura.